Da quando mi sono imbattuta in brand più sostenibili ed eco-friendly, ho notato una frase che tornava spesso e che, all’inizio, non riuscivo a comprendere fino in fondo:
“Tessuti che fanno respirare la pelle”
“Lascia che la tua pelle respiri”
“Pelle che respira”
Mi chiedevo: da quando la pelle respira? È davvero possibile una cosa del genere?
Così sono andata a fondo, ho fatto ricerche e letto studi su chi lavora con i tessuti ogni giorno.
Oggi voglio condividere con te ciò che ho imparato.
Partiamo da una verità semplice, ma fondamentale:
la pelle non inspira ed espira aria.
Quindi no, la pelle non respira nel senso letterale del termine.
Ma svolge una funzione altrettanto importante, che non tutti conoscono.
La pelle agisce come una barriera protettiva.
Da cosa? Ti starai chiedendo.
Da stimoli esterni continui come la luce, la temperatura, l'umidità, gli agenti tossici.
Proprio come uno scudo, il suo ruolo principale è proteggerci.
Ed è qui che entrano in gioco i vestiti che indossiamo ogni giorno.
Conosci quella sensazione improvvisa di prurito quando indossi un cappotto, un vestito o una sciarpa?
Spesso non è un caso.
Molti capi oggi sono realizzati con tessuti sintetici (poliestere, acrilico, nylon, poliamide) derivati dal petrolio e dalla plastica.
Materiali economici, sì, ma poco amici della pelle.
Il contatto prolungato con questi tessuti può essere problematico perché:
- Trattengono l’umidità, creando una sensazione di pelle “soffocata”
- Alterano la regolazione termica, causando caldo, rossori e fastidi
- Rilasciano microplastiche, abrasive per la pelle sensibile e dannose per l’ambiente
Il risultato è una pelle sotto stress, costretta a difendersi, che reagisce con prurito, arrossamenti o irritazioni.
Evitare questi tessuti significa prendersi cura del proprio benessere, come poche persone fanno.
Se senti il bisogno di rallentare e vestire con più attenzione,
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